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MEMORIE, RICONOSCIMENTI E SALVAGUARDIA

Sabato 25 febbraio un folto gruppo di soci dell’Osservatorio Antelao ha visitato al museo Luigi Bailo la mostra dedicata allo scultore trevigiano Antonio Carlini, che è stato maestro di Arturo Martini.

Ha guidato il gruppo la professoressa Telese, anima con il marito Antonio de Marco dell’Osservatorio Antelao, da sempre attento alla conoscenza e alla divulgazione del patrimonio artistico trevigiano.

L’indubbia competenza della professoressa Telese ci ha permesso di comprendere lo spirito di un’epoca, quella di fine Ottocento e primi decenni del Novecento, che a Treviso ha visto tre grandi uomini impegnare conoscenze, talenti e, soprattutto, cuore nella tutela della loro amata città: primeggia sicuramente nella lista l’abate Luigi Bailo che con commovente tenacia e dedizione ha dedicato la sua lunghissima esistenza alla ricerca e raccolta di reperti, oggetti , opere che tutelava e conservava anche nella sua casa comunicante con il museo e la biblioteca.

Ed è stata proprio la lungimiranza del Bailo che ha consentito la salvaguardia di opere, ma soprattutto della memoria storica delle stesse: è stato infatti il Bailo a chiamare Girolamo Botter e Antonio Carlini per aiutarlo nel salvataggio del ciclo di affreschi di Tomaso da Modena, che bisognava staccare dalla chiesa di Santa Margherita prima della sua decadenza. Il nome di Girolamo Botter ci richiama quelli di Mario, Memo, Guglielmo, artista della quarta generazione dei Botter conosciuto a livello internazionale, senza dimenticare Natalina Botter, ancora appassionata e instancabile guida che affascina i turisti, con la sua storia di Treviso, conosciuta in prima persona e attraverso i ricordi del padre, il grandissimo restauratore Mario Botter ed è stata proprio Natalina a donare al museo in anni recenti una pregevole opera di Martini, appartenuta a Mario e figli.

Per ritornare al discorso iniziale con una storia che sa di piazza e di personaggi in vista, furono proprio Luigi Bailo e l’imprenditore di ceramiche Gregorio Gregorj a consentire la prima formazione di Martini che ha realizzato per Gregorj notevolissime ideazioni in ceramiche, opere che gli hanno procurato la prima notorietà.

Anche di Carlini abbiamo ammirato i celebri vasi decorati per la ditta Gregorj con raffigurazioni medievali che riprendono i vasi posti su ripiani nel dipinto “Il sonno della Vergine” di Carpaccio, i disegni minuti e precisi degli edifici e gli acquerelli che ripropongono con estrema fedeltà e maestria facciate affrescate di monumenti e edifici cittadini importantissimi per la ricostruzione degli stessi dopo il tragico bombardamento della città nel secondo conflitto mondiale o per la loro salvaguardia e valorizzazione, come è avvenuto per la Loggia dei Cavalieri.

La mostra al museo Bailo vuole essere un riconoscimento dell’opera di Carlini e un segno di gratitudine ad un artista che, forse a scapito della sua valorizzazione, non si è mai rifiutato di prestare la sua opera in favore di Treviso e per ricordare, come hanno dichiarato i curatori della mostra, che senza Carlini non avremmo ammirato il ciclo degli affreschi di Sant’Orsola né avremmo goduto della loggia dei Cavalieri e di tanta facciate affrescate che caratterizzano Treviso.

Giovanna Scandurra

Per info tel. 3478790007

osservatorio.antelao@gmail.com