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La follia e l’analistilosi

Giovedì 25 febbraio 2021

| 25 febbraio |

Per il trentunesimo “Ritrovarci con l’Antelao”, ieri sera una sessantina di soci e amici ha seguito con il fiato sospeso la seconda parte dell’appuntamento telematico con “Quel che Treviso deve alla famiglia Botter” a cura di Andrea Bellieni, conservatore del Museo Correr di Venezia.

Una successione di foto di Treviso proposte e commentate con competenza e trasporto: palazzi storici che le due guerre avevano ripetutamente sventrato sono riemersi dalle macerie in pochi anni, nel loro splendore architettonico e pittorico, grazie alla sensibilità e professionalità della mano di Mario Botter e poi anche del figlio Memi. Abbiamo così familiarizzato con la parola ‘anastilosi’: ricostruzione pietra per pietra di un edificio alla sua originale forma.

L’immagine di Botter che dall’alto di una scala dall’aspetto insicuro batte con determinazione la malta di una superficie per scoprire i tratti di un angelo rimasto nascosto da tempo diventa la metafora di un amore smisurato, quello di Botter, grazie al quale oggi possiamo godere di una Treviso autentica nel suo splendore, che due guerre volevano destinare all’oblio.

Momenti emozionanti della serata si sono succeduti attraverso la puntuale documentazione di ricomposizione di frantumi di immagini a cui la perizia di Botter ha restituito integrità e splendore.
Grazie a Bellieni, che ci ha messo a disposizione la documentazione con dovizia di dettagli, e grazie all’Antelao che ci ha offerto l’occasione di poterla ammirare e un motivo in più per amare la nostra città.
E sono benauguranti i propositi di riprendere le attività in presenza, appena possibile, proprio con la visita ad alcuni luoghi che per iniziativa dell’Antelao nel 1972 erano stati illustrati proprio da Mario Botter.

Emozionante circostanza è stata il ritrovarsi in collegamento di sei amici che avevano partecipato a quegli eventi e che ancora animano l’Antelao. 

Rosalia Di Nisio