Giovedì 29 aprile 2021
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L’incontro del 29 aprile dei “Ritrovarci con l’Antelao”, ed era il 42°, dedicato a “Igor Stravinskij e la tradizione musicale russa” e condotto efficacemente dal prof. Marco Crepet, ha riservato molte emozioni agli amici dell’Antelao.
Il nemico occulto che purtroppo avremmo presto imparato a conoscere, il Covid 19, spezzò bruscamente la stagione teatrale 2019-2020 del Teatro Mario del Monaco, a Treviso. Il “Petruška” proposto da Virgilio Sieni fu l’ultimo spettacolo della sezione Danza andato in scena a fine gennaio. Io c’ero…
Era improntato ad uno sperimentalismo alquanto audace, sia sul piano della musica che della coreografia. Infatti l’apertura, autonoma rispetto a “Petruška” (Chukrum, di Sieni stesso), era un perfetto assaggio di quello che sarebbe stato, sul piano musicale e coreografico, il tono di tutto lo spettacolo: evanescente, allusivo, inquietante. Astratto.
Negli ultimi tempi, pure le analisi/recensioni di spettacoli teatrali – di ogni ambito culturale – fanno a gara per essere improntati ad una complessità che sfiora l’astruso. Sfidano l’incomprensibilità.
Invece, la cifra della chiarezza – non certo semplificazione, ma sinonimo di lucidità e rigore – ha caratterizzato il discorso condotto dal prof. Marco Crepet sul balletto “Petruška”; né per questo sono mai mancati fascino e attrattiva alle sue parole.
Ci ha fatto notare che la musica è movimento, colore, spazio e tempo: è forse un mistero, ma alcune musiche hanno in sé la “vocazione”, il germe della danza. È emersa così la particolare complessità del Balletto, data dalla correlazione del linguaggio musicale e quello del corpo: non giustapposti, ma fusi, “nati insieme”, per così dire, in modo tanto stringente da mettere in guardia sul rischio che i movimenti possano essere o risultare solo evoluzioni ginniche, magari anche per astrattezza scenografica. Un rischio che – è solo un parere personale – molti balletti oggi corrono.
Pur costretto entro limiti orari ristretti e alle prese con mezzi tecnici di riproduzione un po’ penalizzanti, Marco Crepet ci ha condotti in un viaggio avvincente attraverso più strade: ha ricostruito, per magistrali cenni, la temperie storica da cui emerse Stravinskij, ha delineato l’originalità e complessità del suo genio, facendone intuire la problematicità (per noi “pirandelliana” per definizione).
Ogni artista è un punto di arrivo e al tempo stesso di partenza: in lui confluisce il passato e si apre il futuro. Così Stravinskij attinge alla vena del folklore russo ma la vive e interpreta in modo originale, arrivando a presagire le conflittualità dei tempi moderni, quelli che noi viviamo. Immersi in “dissonanze” di tanti tipi.
Originale l’introduzione con un rapido viaggio per l’Europa dove l’Antelao ha vissuto significativi momenti musicali.
Il prossimo “Ritrovarci” sarà giovedì 6 maggio alle 18.10 con “Igor Stravinskij a Venezia” sempre a cura di Marco Crepet. Mentre giovedì 13 maggio il prof. Eugenio Manzato presenterà la “Spiritualità in Lorenzo Lotto”.
Gianfranca Melisurgo